Dante Alighieri Vita Gratis


Dante Alighieri Vita

Breve riassunto della vita di Dante Alighieri il primo poeta italiano, considerato cittadino universale in virtù del genio poetico che si rivela nella Divina Commedia, l'opera che segna la la nascita della Letteratura italiana.

Dante nasce a Firenze nel 1265 da Alighiero di Bellincione e Bella  di cui si ignora il cognome. Rimasto orfano in tenera età, Dante cresce con la matrigna Lapa Cialuffi e studia dapprima nel convento di Santa Croce, poi sotto la guida di Brunetto Latini ed infine all'università di Bologna senza però conseguire il titolo dottorale.

A diciotto anni scrive la prima rima sotto l'influenza di Guittone d'Arezzo, ma l'amore per i classici e soprattutto per Virgilio, e l'influenza del nuovo corso poetico di Guido Guinizelli, gli fanno prendere una direzione diversa.

Intorno al 1285 sposa Gemma Donati ed ebbe tre o quattro figli, nonostante il purissimo amore per Beatrice, figlia di Folco Portinari e morta a soli 24 anni nel 1290.

La vita politica.

Dante comincia a partecipare alla vita politica dopo il matrimonio in un periodo di asperrime lotte tra parte guelfa e parte ghibellina. Nel 95 si iscrive alla corporazione dei medici e speziali per poter partecipare alla vita pubblica. Fu dapprima nel Consiglio del Capitano del Popolo, poi nel Consiglio dei Cento e poi, nel 300, uno dei sei Priori che governarono Firenze.

Intanto le dispute interne della città si erano aggravate ed i Guelfi si erano divisi in Guelfi Bianchi e Guelfi Neri, i Bianchi propugnavano l'indipendenza dello stato dalle ingerenze papali, i Neri sostenevano le mire ambiziose del papa. Dante, pur parteggiando per i Bianchi antepone gli interessi del Comune e, quando le due fazioni vennero a conflitto, non esita a proporre che i capi delle opposte parti, tra i quali il suo caro amico Guido Cavalcanti, fossero mandati in esilio. ,

Egualmente egli si oppone alle trame di Bonifacio VIII, per cui, quando i Neri, con l'aiuto di Carlo di Valois,  riescono a prevalere, Dante viene condannato a due anni di esilio ed all'interdizione perpetua dai pubblici uffici.

L'esilio.

Comincia nel 1302 il suo interminabile esilio fatto di stenti ed umiliazioni, che lo vede ospite dapprima a Verona presso Bartolomeo della Scala, poi a Treviso, e poi a Padova presso il marchese Francesco Malaspina.

Forse era a Forlì quando Arrigo VII scende in Italia per restaurare l'autorità dell'Impero ed in quell'occasione, Dante si scaglia contro i fiorentini che si oppongono al sovrano germanico, e per tale ragione viene escluso dall'amnistia decretata da Firenze nel 311 contro gli esuli. 

Con la morte di Arrigo a Buonconvento Dante subisce un'altra delusione e ritorna a Verona ospite di Cangrande della Scala e, quando Firenze approva un'altra amnistia con la quale  sarebbe potuto rientrare in patria se si fosse riconosciuto pubblicamente colpevole, egli rifiuta e si stabilisce a Ravenna, presso Guido Novello, dedicandosi alla stesura della Commedia sperando che la sua pubblicazione gli consentisse un dignitoso ritorno a Firenze.

Ma la poesia non opera il miracolo sperato e Dante muore a Ravenna nel settembre del 1321 all'età di cinquantasei anni.

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