Breve riassunto del romanzo di Ignazio Silone, Fontamara, che racconta con accenti neorealistici le vicissitudini e la triste realtà degli abitanti di un piccolo paesino della Marsica. Fontamara, così chiamato, i per la scarsità di acqua, è un paese di poveri contadini ignoranti, i “ cafoni” che sono soggetti a torti e raggiri da parte dei “galantuomini”. Ambientato negli anni trenta nei primi anni del regime fascista, Silone, che è la voce narrante, dice di ascoltare le vicende da tre fontamaresi, Giuvà, Matalè ed il figlio.
La trama
Il fascismo era ormai al potere quando nel piccolo paese di Fontamara arriva il cavalier Pelino un dirigente fascista che fa firmare ai contadini un foglio di cui nessuno capisce lo scopo. Solo quando, un giorno, si accorgono che alcuni operai lavorano per deviare l’unico corso d’acqua del paese, indispensabile per l’irrigazione dei campi, i fontamaresi capiscono di essere stati raggirati e che hanno firmato un documento che permetteva al podestà di sottrarre loro l’acqua del ruscello. Dopo varie proteste un gruppo di cafoni si reca dal podestà, detto “l’impresario”, per addivenire ad un accordo ed ancora una volta vengono burlati e raggirati: i tre quarti dell’acqua rimangono all’impresario e solo la rimanente parte ai paesani. Ma di fronte agli inganni i cafoni non sanno reagire, per ignoranza ma anche perché ognuno pensa alle cose sue temendo sempre una ritorsione dei Galantuomini. Accettano passivamente che il livello dell’acqua del ruscello scenda sempre di più, accettano violenze di ogni genere dai fascisti che arrivano in paese ed accettano anche di non essere in nessun modo coinvolti nella spartizione delle terre del Fucino.
Solo Berardo Viola, un cafone che lavora per gli altri e non possiede della terra sua, ha il coraggio di lottare contro le istituzioni e di difendere gli interessi della comunità, ma, quando si innamora di una contadina possidente, il giovane pensa di andare a lavorare a Roma per guadagnare i soldi per comprare della terra e sposare Elvira. Purtroppo a Roma trova molti ostacoli burocratici e non riesce a trovare un’occupazione. Quando poi gli giunge la notizia della morte di Elvira, Berardo decide di dare una svolta alla sua vita, torna a Fontamara e si accusa di essere Il “Solito Sconosciuto “ un partigiano che diffondeva un giornaletto clandestino in cui incitava alla rivolta. Berardo muore in carcere dove viene torturato perché riveli i nomi dei suoi complici e la notizia arriva a Fontamara dove gli abitanti finalmente acquisiscono una coscienza politica e decidono di denunciare i soprusi e le violenze fasciste attraverso un giornale chiamato “ Che Fare?”. La diffusione del giornale provoca l’intervento fascista: essi arrivano in paese e uccidono e disperdono tutti i suoi abitanti. Solo una famiglia riesce a sopravvivere, Giuvà, Matalè ed il figlio ed è quella che racconterà a Silone l’intera storia.
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