Riassunto Ventitreesimo Canto Inferno Gratis

Siamo nella sesta bolgia dell'ottavo cerchio in cui Dante e Virgilio precipitano per sfuggire ai Malebranche che li rincorrono per vendicarsi dello smacco subito nella bolgia precedente a causa delle domande dei due poeti. Virgilio, infatti,appena vede sbucare i diavoli con le ali aperte e gli uncini tesi, stringe Dante al petto e si getta per la ripida costa della riva sottostante. Qui trovano anime con cappe di piombo, sono gli ipocriti che camminano lentamente piangendo. Dante manifesta il desiderio di parlare con qualcuna di esse e subito una gli si avvicina: è Catalano dei Malavolti, accompagnato da Loderingo degli Andalò, due frati Godenti di Bologna inviati a Firenze per una missione di pace fallita. Dante sta per iniziare un'invettiva contro il male che avevano fatto a Firenze, quando la sua attenzione è attratta da un'anima tutta nuda conficcata nel terreno. Catalano gli spiega che è Caifa sommo sacerdote di Gerusalemme che, con il pretesto di salvare il popolo, fece condannare Gesù Cristo e che pertanto è il maggiore degli ipocriti ed è condannato a sopportare il peso di tutte le cappe di piombo che gli passano sopra. Intorno a lui ci sono le anime di Anna e di tutti i farisei del Sinedrio. A questo punto Virgilio chiede a Catalano la strada per giungere nell'altra bolgia e questi gli spiega che devono arrampicarsi sulle macerie in quanto in quella bolgia sono caduti tutti i ponti. Perplesso il poeta ripensa alle parole di Malacoda e scopre che questi lo aveva ingannato. Catalano allora lo canzona per la sua ingenuità: non occorre aver studiato all'università per sapere che i diavoli sono padri di ogni menzogna. Irato e turbato Virgilio si allontana seguito da Dante.

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