Nel
sedicesimo canto in prossimità della fine del cerchio Dante e Virgilio scorgono tre anime che si staccano dalla schiera che vengono correndo verso di loro, una per volta.
Su consiglio di Virgilio Dante si ferma ad aspettarle e queste, non potendosi fermare, parlano girando continuamente in tondo. Sono le anime di Guido Guerra, Tacchiaio Aldobrandi e Jacopo Rusticucci,
peccatori contro natura, ma degni di rispetto per le opere buone compiute verso Firenze.
Esse sono angosciate per la notizia portata loro da Guglielmo Borsieri sulla scomparsa in patria dei valori e chiedono a Dante se è una notizia vera.
Dante risponde che purtroppo l'iniquità ha preso il sopravvento in Firenze. I due poeti riprendono il cammino e giunti alla fine del cerchio Virgilio ordina a Dante di porgerli la corda con la quale era cinto e la getta in un burrone. In seguito a ciò si leva per l'aria una figura mostruosa che incute terrore.
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